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BioShock Infinite: videoarticolo
BioShock Infinite: videoarticolo
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Gli Stati Uniti hanno un videogioco dedicato alla loro storia. Non si tratta di una banalità perché, come ben sappiamo, il connubio videogiochi e cultura, o videogiochi e arte, è sempre stato claudicante. Invece, il nuovo titolo di Irrational Games, diretto da Ken Levine, ha una forza nelle immagini sbalorditiva, una base culturale senza precedenti nel mondo dei videogiochi e un comparto sonoro che ben si sposa con la profondità della storia e con la follia dei suoi personaggi.
BioShock Infinite mette i giocatori nella prospettiva di Booker DeWitt, un ex agente Pinkerton senza scrupoli. Per pagare i suoi debiti, DeWitt deve recuperare e liberare una ragazza a Columbia, Elizabeth. Ma quest'ultima è molto più preziosa di quanto DeWitt non si aspetti, visto che è considerata come l'Agnello di Columbia. I suoi poteri paranormali sono sterminati, e anzi Elizabeth diventerà così potente da diventare una risorsa irrunciabile per lo stesso personaggio protagonista. Un altro mistero che avvolge DeWitt riguarda le due lettere che ha tatuate sulla mano destra, AD. A cosa si riferiranno?
BioShock Infinite è come una visita a un enorme museo di storia americana. Ogni livello di gioco riproduce un'epoca e racconta di personaggi, evidenziando la follia di certe scelte che hanno contraddistinto la storia degli Stati Uniti. Dal razzismo alla guerra, dalla religione intensa in senso fanatico alle discriminazioni sociali, tutti gli aspetti più critici della storia americana vengono sviscerati nell'opera di Levine, portati alle estreme conseguenze e convertiti in gameplay. Il tutto è bello da vedere anche in un videoarticolo come questo, ma acquisisce senso e profondità solo se giocato direttamente. Anche solo per gustarsi l'effetto roboante di certe immagini e gli scorci immaginifici che Irrational Games ha preparato per i giocatori.
Il carismatico visionario Zachary Comstock svilupperà presto una vera e propria venerazione per i Padri fondatori degli Usa che nella città volante di Columbia verranno rappresentati e adorati come veri e propri dei olimpici. E non mancherà di sottolineare l’apprezzamento per il nascente imperialismo americano. Columbia ha deciso di separarsi dal resto degli Stati Uniti, giudicati inappropriati nel percorso di crescita e affermazione del sogno americano, visto nella sua incarnazione più malata. Gli Stati Uniti sono adesso la Sodoma, mentre Columbia è diventato il paradiso, mentre i suoi cittadini seguono ciecamente i dettami della loro guida, spirituale ma anche militare, il padre Comstock.
Columbia si propone, quindi, come l’estremizzazione della potenza a stelle e strisce. Un gioiello di tecnologia, dove lo sviluppo delle scienze cercherà di far superare ogni limite all’essere umano americano. Un sogno che verrà evidentemente ripreso da Andrew Ryan, a Rapture, negli anni ’40, e stiamo ovviamente parlando del primo BioShock.
Velocemente Comstock si sentirà tradito dall’eccessiva remissività e amoralità degli Stati Uniti. Secondo il leader di Columbia, l’America sarebbe andata smarrendo il proprio contatto con Dio, venendo anche meno alla propria ‘missione’ di leader mondiale. Columbia, così, precipiterà in una spirale di estremismi e fondamentalismi. La città diventerà una teocrazia retta in modo assolutistico da Comstock. Teorie di interventismo militare, superiorità razziale e vagheggiamenti provvidenziali e profetici faranno così da sostrato alla vita nella città sulle nuvole. Columbia rappresenterà un inno ‘deviato’ all’America. Grottesco e terribilmente interessante da vivere, attraversare e combattere.
BioShock Infinite si caratterizza per una meravigliosa alternanza tra grandi luoghi aperti e luoghi più intimi, che inducono quasi alla riflessione sulla criticità della situazione che si è venuta a creare. Irrational Games ha lavorato profondamente anche sul gameplay, cercando di superare i limiti del primo BioShock. Nel vecchio sparatutto, infatti, si combatteva quasi sempre in angusti spazi stretti, il che limitava la creatività del giocatore.
Ma in BioShock Infinite lo sviluppatore americano non si è limitato semplicemente ad ampliare gli ambienti di gioco, anzi ha trovato delle soluzioni accattivanti e ben congegnate per adattare il gameplay di BioShock agli spazi più grandi. In certe location di gioco quindi bisognerà percorrere velocemente le skyline per fuggire dai nemici, ricorrere all'assistenza di Elizabeth, combinare gli effetti di armi e vigor, sfruttare gli scenari e chiedere alla co-protagonista di aprire gli squarci spaziotemporali per creare nuove opportunità tattiche.
I Vigor, così come i plasmidi nel primo capitolo della serie, hanno un ruolo chiave in BioShock Infinite. Con i vigor si può interagire con gli ambienti di gioco, innescando effetti più grandi. Con uno dei vigor, DeWitt è in grado di innescare delle esplosioni. Se questo potere viene lanciato su macchie d'olio, come nel primo BioShock, ha un effetto più devastante, con le fiamme che si diffondono per i livelli di gioco. Possessione invece consnete a DeWitt di prendere il controllo di macchinari, come le torrette automatiche, e dei soldati di padre Comstock, che inizieranno a lottare gli uni contro gli altri. Irrational Games vuole che il giocatore interagisca continuamente con gli scenari, e l'utilizzo delle torrette finisce per portare a un nuovo livello questo tipo di interazione. Intrepretare gli scenari, insomma, è il primo passo per la costruzione di sagge strategie d'attacco.
Ma una delle novità più forti in termini di gameplay, pensata anch'essa per rendere le meccaniche di gioco più fluide e il titolo più rapido, è il cosiddetto Skyhook. Columbia è esplorabile in lungo e in largo, e in alcune missioni viene addirittura richiesto di scalare dei palazzi. Sono state costruite, infatti, delle sky-lines, linee del cielo, ovvero una sorta di montagne russe che permettono di percorrere velocemente gli ambienti di gioco.
Elizabeth ha un ruolo chiave in BioShock Infinite. È sempre viva, perché interagisce in maniera sempre nuova con tutti gli oggetti degli scenari con cui entra in contatto, ma anche con gli altri personaggi gestiti dall'intelligenza artificiale e con il giocatore.
All'inizio della storia, Booker deve liberare Elizabeth dalla torre dove è tenuta prigioniera, sorvegliata dal Songbird, ovvero la revisione del vecchio Big Daddy in chiave nettamente più devastante. Ma così come ritorna il rapporto tra custode e custodita dell'originale BioShock, mi riferisco chiaramente al rapporto tra Big Daddy e sorelline mentre adesso riguarda Songbird ed Elizabeth, torna anche il feeling di gioco originale, oltre che l'atmosfera di base.
Durante il gameplay, Elizabeth può poi aprire degli squarci spaziotemporali che possono aiutare il giocatore in modo diverso. Ad esempio può materializzare una cesta piena di rifornimenti medici, creare dei punti di appiglio che consentiranno al protagonista di muoversi velocemente per Columbia o generare nuovi ripari o degli alleati per Booker. Ad esempio dei patrioti motorizzati potrebbero fornire capacità di fuoco supplementare rispetto alle armi e ai vigor del protagonista.
BioShock Infinite è costruito su tecnologia Unreal e supporta le DirectX 11. Si gioca all'aria aperta, con l'insistente luce del sole, su una Columbia che di razionale ha ben poco, forse il suo protagonista. Gli stessi personaggi sembrano essere usciti più da un fumetto che da un film. Ma questo non vuol dire che la grafica di BioShock Infinite sia approssimativa, anzi. Le espressioni facciali di Elizabeth e degli altri personaggi con cui DeWitt si trova a interagire sono fantastiche, anche in considerazione dell'importanza che acquisisce la narrazione e la componente cinematografica in questo seguito. La luce è gestita con particolare cura e precisione, e i raggi luminosi sono in grado di interagire con il pulviscolo che si deposita sulla telecamera. Inoltre, gli stessi raggi di luce rimbalzano sull'acqua, e finiscono così sulle pareti circostanti, corroborando l'atmosfera sognante, ma al contempo carica di tensione, che Ken Levine ha preparato per il suo nuovo titolo.
Come sempre in BioShock, Ken Levine si diverte a sovvertire i ruoli in un caleidoscopio in cui il personaggio controllato dal giocatore diventa il cattivo mentre coloro che sono protetti rimangono le uniche anime veramente candide, e ci riferiamo ovviamente ad Elizabeth. Mentre i cittadini di Columbia sono orgogliosi di quanto costruito da Padre Comstock, in cui credono ciecamente. In realtà sono manipolati da quest'ultimo, imprigionati all'interno di una cella di cui non vedono più le sbarre. Sono come impazziti, e vanno avanti nelle loro convinzioni senza porsi delle domande. Dire, in conclusione, che la storia di BioShock Infinite, così come i personaggi e gli scenari, sono curati è assolutamente limitativo. È un gioco che va assolutamente provato.
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